La realtà virtuale al servizio dell’archeologia
15 Aprile 2025L’Appia Antica nel metaverso: l’archeologia si apre al futuro
By Giulia Banfi 28 Maggio, 2025
Cosa accade quando il passato incontra le tecnologie più avanzate?
Il progetto Meta Versus Culturae, sviluppato per il sito archeologico di Via Appia Antica 39 a Roma, prova a dare una risposta concreta e a sviluppare un modello innovativo, per un’archeologia immersiva, partecipativa e accessibile grazie alla realtà virtuale.
Vincitore del bando TOCC – “Capacity Building per la Transizione Digitale”, promosso dal Ministero della Cultura e finanziato dall’Unione Europea (Next Generation EU), il progetto nasce da un’idea dell’Università di Ferrara, sotto la guida scientifica della professoressa Rachele Dubbini, e realizzato tecnicamente dalla software house Jdk S.r.l., che da circa 20 anni opera nel settore IT.
Un’archeologia da vivere (anche a distanza)
L’obiettivo principale? Rendere accessibili i siti archeologici e formare nuovi professionisti della cultura attraverso strumenti digitali avanzati, non sostituendo l’esperienza reale, ma ampliandola: “Il progetto crea un ambiente in grado di guidare studenti, operatori turistici e visitatori a vivere l’archeologia in modo immersivo, anche a distanza” – spiega Rachele Dubbini, Professoressa Associata presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Ferrara.
Lo spazio virtuale permette infatti di simulare il lavoro sul campo: si scelgono gli strumenti, si partecipa allo scavo, si catalogano reperti (come lo spillone rinvenuto in una sepoltura) riempendo la cassetta digitale, fino a ottenere un certificato. Il tutto in un ambiente multiplayer, dove più utenti possono interagire contemporaneamente, anche da città e paesi diversi.
L’infrastruttura tecnica è stata costruita con il supporto tecnico di Jdk S.r.l., utilizzando la piattaforma Unity 3D, ottimizzata per visori VR ma accessibile anche da browser, rendendo l’esperienza fruibile anche a chi non dispone di tecnologie avanzate. “Abbiamo sviluppato una piattaforma proprietaria, che ci permette grande libertà – racconta Erica Vurro, Marketing & Communication Manager di Jdk S.r.l. – e questo lo rende scalabile: potremmo domani replicare tutte le campagne di scavo, creando anche un archivio digitale permanente”.
Gamification, accessibilità e memoria
L’approccio è ispirato al game-based learning: imparare facendo, esplorando e giocando. Gli utenti possono muoversi nel sito, interagire con oggetti e altri visitatori, ascoltare narrazioni storiche, compilare schede guidate e costruire il proprio percorso di apprendimento. Ma oltre all’aspetto didattico, il progetto ha un valore sociale e inclusivo: “Pensiamo agli studenti che non possono seguire lo scavo dal vivo, o alle persone con disabilità motorie. Attraverso il metaverso possono accedere a un’esperienza immersiva e significativa” – spiega Erica Vurro.
E c’è anche un tema di conservazione della memoria. In contesti fragili o a rischio, come lo scavo di via Appia Antica 39 minacciato dal fiume Almone. La realtà virtuale diventa un backup storico, una garanzia per mantenere visibile ciò che potrebbe un giorno scomparire. Il progetto Meta Versus Culturae non è solo un esercizio tecnologico, ma una sperimentazione di nuovi linguaggi. Dà voce a un’archeologia che si apre, si racconta e si fa spazio per un pubblico nuovo, spesso lontano dalle aule universitarie o dai luoghi dello scavo.
“La sfida, oggi, è quella di coniugare il rigore scientifico con forme innovative di partecipazione e coinvolgimento. La tecnologia non potrà mai sostituire l’esperienza di una visita dal vivo, ma può rendere un luogo accessibile, narrabile, condivisibile. Anche a distanza” -conclude la professoressa Rachele Dubbini.
Per aggiornamenti, iniziative e approfondimenti sull’evoluzione del progetto Meta Versus Culturae, è possibile consultare il sito ufficiale: metaversusculturae.com
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